Il piede piatto nel bambino

ORTOPEDIA PEDIATRICA

Il piede piatto nel bambino

Dott. Stefano Stallone

Specialista in ortopedia e
traumatologia pediatrica

Cos’è il piede piatto?

Il piede piatto è una condizione estremamente comune nella società occidentale, caratterizzata dalla ridotta formazione dell’arco plantare e dalla valgo-pronazione del calcagno.

Qual è la causa del piede piatto?

La tipologia più comune è quella idiopatica, che vuol dire senza causa conosciuta. Il piede piatto secondario, si manifesta secondariamente a condizioni locali o generali specifiche. La diagnosi deve essere immediata e accurata, in quanto la prognosi è in genere più severa e le opzioni terapeutiche più complesse. Il piede piatto può inoltre essere suddiviso in due grandi categorie: il piede piatto flessibile è caratterizzato da un arco plantare normale in assenza di carico e piatto durante la statica; può essere sintomatico o asintomatico ed associato ad accorciamento o meno dell’Achille. Il piede piatto rigido è caratterizzato da un piede piatto sia sotto carico sia in assenza di carico. altra distinzione va fatta tra il piede piatto idiopatico, non associato ad alcuna condizione locale o generale dal paziente, e il piede piatto secondario, che si manifesta come epifenomeno di condizioni locali o generali specifiche. In quest’ultimo caso la diagnosi deve essere immediata e accurata, in quanto la prognosi è in genere più severa e le opzioni terapeutiche più complesse.

Come si può notare?

Il piede piatto è del tutto fisiologico nella prima fase della deambulazione, intorno ai 10 mesi. Questa condizione tenderà a correggersi spontaneamente entro i 6-7 anni di vita grazie progressivo rinforzo dei muscoli del piede. Il piede piatto è una condizione che nella gran parte dei casi è asintomatica. Tuttavia, il bambino può lamentare dolore e affaticabilità dopo attività sportiva e lunghe passeggiate. Inoltre, la suola delle scarpe è più consumata dal lato interno.

Come si tratta?

Il piede piatto può essere trattato non-chirurgicamente o chirurgicamente, in base alla severità della condizione. Il trattamento non-chirurgico consiste nel trattare la deformità con adeguati provvedimenti terapeutici ed ortesici (plantari e/o ginnastica plantare). Il trattamento chirurgico si prende in considerazione quando il bambino lamenta dolore ed è limitato nell’attività quotidiana e sportiva.

In cosa consiste il trattamento conservativo?

Il trattamento conservativo si avvale di tutori, calzature o più frequentemente di plantari eventualmente associato a terapie riabilitative di rinforzo dei muscoli plantari. La maggior parte degli studi concordano sul fatto che i plantari andrebbero adottati intorno ai 6 anni di età in caso di piede piatto flessibile o rigido sintomatico, in quanto esistono prove abbastanza consistenti riguardo al fatto che il trattamento ortesico è in grado di ridurre, nel breve e medio termine, la sintomatologia dolorosa.

E se il piede piatto rimane tale dopo gli 8 anni?

Se agli 8 anni persiste il piattismo del piede, non c’è evidenza scientifica che l’uso di plantari stimoli la formazione della volta. Questo non significa che bisogna ricorrere sempre all’intervento chirurgico. Tuttavia, se persiste il dolore e la limitazione durante l’attività sportiva esso andrà preso in considerazione.

Qual è l’obiettivo dell’intervento chirurgico?

Esistono diversi tipi di soluzione chirurgica per il piede piatto. Durante l’età pediatrica, il trattamento di scelta è quello di una artrorisi. Indipendentemente dal disegno e dal materiale dell’impianto, l’obiettivo di questo intervento chirurgico è quello di ripristinare e mantenere l’allineamento fisiologico tra l’astragalo e il calcagno durante la maturazione ossea e correggere la deformità prima che diventi rigida.

 

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