Terapia Conservativa

È una branca dell’odontoiatria che si occupa di ricostruire denti, o parti di essi, quando sono compromessi da fratture o carie.
Si pratica in molteplici casi e mira a ricostituire la funzionalità e l’estetica del dente.

“Che cos’è la carie?”

La carie è una patologia dentale progressiva dove l’azione batterica determina il disfacimento dei tessuti mineralizzati del dente (smalto e dentina).
Visivamente e radiograficamente si manifesta come una cavità più o meno grande.
Può evidenziarsi per la tendenza del cibo a ristagnare in tale cavità.

“Come si manifesta?”

  • può essere asintomatica
  • può essere sintomatica: può essere avvertita con ipersensibilità del dente a stimoli termici, chimici, fisici

La carie è tra le cause più frequenti per cui si fa ricorso alle cure odontoiatriche.
Le fratture di parti del dente sono legate non solo ai processi cariogeni ma anche a traumi accidentali.

L’odontoiatria conservativa, quindi, è indispensabile per ricostituire la forma ed estetica dentale e permettere al paziente di recuperare una corretta funzione masticatoria, prevenendo l’eventualità di dover ricorrere ad altri interventi come la devitalizzazione o l’estrazione del dente coinvolto.

“L’otturazione è visibile?”

No, grazie alla vasta gamma di sfumature di bianco dei compositi (materiali biocompatibili per le otturazioni dentali) la ricostruzione del dente non si differenzia come colore dallo smalto sano.

Le terapie conservative vengono effettuate mediante sistemi di ingrandimento e previo isolamento del campo operatorio con diga di gomma; questi fattori garantiscono una maggiore accuratezza durante l’esecuzione delle procedure cliniche.

 

ESTRAZIONE DEI DENTI DEL GIUDIZIO

“Quali sono i denti del giudizio?”

I denti del giudizio sono i terzi molari che si trovano nell’ultima posizione a destra ed a sinistra nelle nostre arcate dentali. Il termine “giudizio” associato a questi denti deriva dal fatto che di solito erompono fra i 17 ed i 25 anni. Proprio perché sono gli ultimi denti a erompere, molti anni dopo gli altri, spesso non hanno spazio sufficiente per terminare il loro percorso e soprattutto per andare in un rapporto di corretta occlusione.

“E’ sempre necessario toglierli?”

È consigliato, specialmente in seguito a:

  • sintomatologia riferita dal paziente
  • infezione
  • stato patologico evidenziato da indagine patologica
  • per necessità ortodontiche
  • qualora stiano danneggiando gli elementi adiacenti

Esistono criteri e linee guida che indirizzano il dentista sulla necessità di estrarre i denti del giudizio anche in assenza di sintomatologia specifica, specie per i terzi molari inferiori.

Circa le modalità di estrazione queste dipendono dal grado di maturazione del dente, dalla sua posizione, dalla concomitanza di altre anomalie o patologie.

Spesso la ortognatodonzia suggerisce l’estrazione precoce del terzo molare, specie inferiore, impossibilitato ad erompere e ancora privo di radici. Questa estrazione è chiamata germectomia e prevede un piccolo intervento chirurgico non rischioso.

Se il terzo molare è completamente formato e in inclusione ossea più o meno estesa occorrerà pure in questo caso un piccolo intervento chirurgico, che richiederà maggior collaborazione rispetto alla estrazione del dente completamente erotto.

“Qual è l’età consigliata?”

In generale i terzi molari inferiori, se da estrarre, andrebbero operati entro il venticinquesimo anno di età stante la quasi assenza di complicanze e la possibilità di aver la restitutio ad integrum dei tessuti ossei e gengivali, che ricrescono come se il dente non ci fosse mai stato.

Spesso viene consigliato di toglierli tra i 14 e i 16 anni quando le radici non sono ancora completamente formate e questo rende l’intervento meno invasivo.

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